Il Carnevale

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L’origine del carnevale brasiliano, totalmente europea, risale agli inizi della colonizzazione ed è un’eredità delle usanze portoghesi e soprattutto delle maschere italiane. Gli elementi africani saranno aggiunti solo più tardi, e contribuiranno a determinarne definitivamente lo sviluppo e l’originalità. Agli inizi, il carnevale brasiliano non assomigliava per nulla a quello dell’Italia Rinascimentale. Era, invece, una festa de rua (festa di strada) a volte violenta e con manifestazioni di vero e proprio abuso: lanci d’acqua, uova, farina, calce, arance fradice, avanzi di cibo etc. Con il passare del tempo le manifestazioni si “civilizzarono” un po’, acquistando più grazia e leggerezza e sostituendo le sostanze da lanciare con altre meno compromettenti (come i limões de cheiro, piccole sfere di cera contenenti acqua profumata).

Nel 1834 si accentuò nel paese il gusto per le maschere, che erano confezionate in cera o cartone simulando caricature o musi d’animali. Subito dopo apparvero le fantasias (costumi carnevaleschi), dando più vita, charme e colore al carnevale tanto nei saloni quanto nelle strade. Il primo ballo in maschera di cui si ha notizia fu realizzato nel 1830, per l’iniziativa di un italiano, nell’Hotel Italia di Rio de Janeiro. La ripercussione fu tale che ad esso seguirono molte altre iniziative analoghe, marcando ancora di più le differenze sociali esistenti: da un lato il “carnevale di strada”, popolare e all’aria aperta, dall’altro il “carnevale di salone” frequentato soprattutto dalla classe media emergente.

Quanto alla musica carnevalesca, dapprima non aveva un suo stile ben definito. E’ solo dalla prima metà del secolo XIX, con l’arrivo dei balli in maschera di tipo europeo, che si nota uno sviluppo musicale più sofisticato. Il primo genere musicale ad essere adottato nei balli fu la polka, seguita poi da quadriglia, valzer, tango, charleston. Agli inizi del XX secolo nascono i matiné, i balli all’aria aperta, i concorsi per la donna più bella, per il costume più bello e per i migliori ballerini. Il carnevale cresce d’anno in anno, diventando parte integrante della realtà culturale brasiliana, mentre in Europa già si nota la sua decadenza.

Nonostante il grandissimo successo dei balli di salone, fu nella sfera popolare che il carnevale acquistò forme genuinamente brasiliane. In quest’epoca apparvero le sfilate di carri allegorici promosse da Associazioni carnevalesche come os Cordões (i Cordoni), in pratica i precursori delle attuali Escolas de Samba (Scuole di Samba) perché già possedevano musica propria, esibivano il proprio stendardo ed erano diretti dal fischietto del maestro. La prima musica composta esclusivamente per il carnevale è O abre ala, la marcia di Chiquinha Gonzaga, che divenne elemento importantissimo nella storia culturale brasiliana (tanto che animò il carnevale di Rio de Janeiro per ben tre anni consecutivi). Da questa musica derivarono poi moltissimi stili, ancora usati, fino ad arrivare all’odierno Samba. La partecipazione popolare alle manifestazioni carnevalesche, soprattutto quelle di strada, è quasi totale. Nelle metropoli, come a Rio de Janeiro e a San Paolo, si sono imposte le Scuole di Samba. Contrariamente a quanto generalmente si pensa all’estero, non si tratta di scuole dove s’insegna a ballare la Samba (in Brasile è il Samba). Sono, invece, associazioni rionali – con tanto di sede propria e migliaia di soci – che ad ogni carnevale sfilano nel Sambodromo per vincere lo Stendardo d’oro.

La scuola di samba si presenta nel Sambodromo suddivisa in varie ali, ciascuna delle quali conta centinaia di sambisti. Ogni ala indossa un proprio costume che racconta un pezzo della storia relativa al “Samba Enredo”, il tema scelto dalla scuola per partecipare al concorso. Tra le ali s’intercalano giganteschi carri allegorici che continuano il racconto. Anch’essa in costume appropriato, la famosa batteria (la banda musicale) accompagna tutta la sfilata senza un attimo di sosta. Insieme con la batteria interviene il puxador do samba, cioè il cantante che dall’inizio alla fine della sfilata interpreta ininterrottamente il Samba Enredo.

Ciascuna Scuola partecipa mediamente con 3.000 o 4.000 sambisti. Oggi è soprattutto un gigantesco affare, destinato principalmente ai turisti che arrivano da tutte le parti del mondo ed agli spettatori televisivi dell’intero globo. A parte i partecipanti alla sfilata, che appartengono a tutti gli strati sociali, in pratica il “popolo” è escluso da questo tipo di manifestazione.

Fortunatamente la tradizione popolare continua a vivere attraverso le antiche forme di partecipazione di gruppi organizzati, che sfilano in costume per le strade cittadine cantando e danzando. Il vecchio carnevale, parte integrante della cultura brasiliana, non è morto. In Salvador ci sono più o meno venti Trio elétrico, raccomandati per i cantanti più importanti dalla axé music, un mescolato di samba e ritmi africani portati dagli schiavi. Daniela Mercury, Carlinhos Brown con la Timbalada ed Olodum sono esempi di performance sul Trio elétrico, che incantano anche i turisti di tutto il mondo. In Recife e Olinda, più a nord di Bahia, il carnevale ha una caratteristica singolare, venuta dalla storia dello stato. E’ la festa del Maracatu, in cui si festeggia una tradizione dell’epoca dei schiavi. Diverso da Bahia, qui ci sono pochi Trio elétrico. La musica é suonata, principalmente, da percussionisti che battono per terra facendo i ritmi del maracatu, del maxixe, del dobrado e del frevo. Quest’ultimo si danza con un ombrello di vari colori, accessorio tipico del carnevale di Pernambuco. Si può dire, allora, che a nord é il carnevale dei Trio elétrico e a sud delle escolas de samba.
Nei giorni di carnevale il Brasile esplicita l’anima del suo popolo, che vive un’economia non tanto ricca, ma che sa essere felice anche così. Riflette fedelmente quello che è veramente, le sue contraddizioni tra povertà e ricchezza.

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